L’acqua potabile, quella destinata non solo per bere, ma anche per l’igiene personale e quella domestica, è considerata un diritto umano fondamentale, tanto che l’OMS, come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, ne considera la tutela un’azione prioritaria nelle politiche nazionali. È importante approfondire l’argomento soprattutto alla luce dell’esposizione dell’acqua potabile al Trialometano.
Quando l’acqua è potabile
Si definisce potabile l’acqua incolore, insapore, inodore, priva di particelle sospese e non deve contenere microrganismi, parassiti e sostanze chimiche in quantità tali da non costituire un potenziale pericolo per la salute dell’uomo. Per garantire la qualità e la potabilità sono stabiliti dei parametri di sicurezza che recepiscono le indicazioni definite dalla Comunità Europea.
Cos’è il Trialometano
Il Trialometano è, come riportato nell’apposito documento del Ministero della Salute, un “composto nel quale tre atomi di idrogeno della molecola di metano (CH4) sono sostituiti con atomi di uno o più alogeni”. I Trialometani (THMs) si formano nell’acqua durante la disinfezione con cloro o disinfettanti a base di cloro. La loro quantità dipende dalla concentrazione del cloro, degli ioni bromuro, degli acidi umici, del pH e della temperatura.
L’esposizione dell’acqua potabile al Trialometano
Quali sono i rischi legati ad alti livelli di concentrazione del Trialometano nell’acqua potabile? Sono diversi e anche molto gravi e vanno dai danni ai reni, al fegato e al sistema nervoso centrale con potenziali effetti cancerogeni e un’incidenza sulla fertilità e la gravidanza aumentano il rischio di aborti spontanei e parti pretermine.
Un aspetto molto importante da considerare è legato alla volatilità del Trialometano. Questo determina che, una volta che si sono formati nell’acqua, passano nell’aria esponendo al rischio di inalazione tramite le pulizie domestiche o mentre si fa la doccia. L’esposizione ai TMHs avviene generalmente non solo tramite l’acqua potabile, ma anche per l’ingestione di alcuni alimenti, farmaci e respirando l’aria presente in casa.
Il trattamento
L’impiego di filtri a carboni attivi, anche quelli a uso domestico, costituisce una valida soluzione per la rimozione e la riduzione della concentrazione del Trialometano nell’acqua potabile in modo da riportarlo ai di sotto dei livelli pericolosi per la salute umana.
Il carbone attivo, per le sue caratteristiche e proprietà di adsorbimento, è utilizzato per il trattamento dell’acqua da diverse fonti di contaminazione. Per il Trialometano è indicato specialmente il carbone attivo granulare di cocco (GAC) che solitamente viene inserito nei filtri per ottenere un risultato efficace.
Oltre che per l’impiego principale negli impianti di potabilizzazione i carboni attivi vengono utilizzati anche nell’ambito domestico per la rimozione dei trialometani. Sul nostro store online è possibile trovare non solo diversi formati e modelli di carboni attivi adatti al trattamento dell’acqua per ridurre la concentrazione di Trialometani, ma anche l’adeguata consulenza professionale per valutare qual è il formato e la tecnologia migliore da adottare per quello specifico tipo di impianto ed esigenza. L’uso dei carboni attivi, infatti, può essere configurato sulle singole esigenze in modo da massimizzarne i benefici e ottenere risultati ampiamente soddisfacenti che altri tipi di prodotti e sistemi di filtrazione non potrebbero garantire.