Inquinamento da PFAS: i sistemi di filtrazione con carbone attivo

Inquinamento da PFAS: i sistemi di filtrazione con carbone attivo

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Proseguiamo i nostri approfondimenti sulle sostanze immesse nell’ambiente dagli impianti di produzione industriale e che rappresentano un problema e un pericolo tanto per la salute dell’uomo che per la natura e l’ambiente circostante. Parliamo quindi dei PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche ampiamente utilizzate per le loro proprietà in diversi processi industriali.

Cosa sono i PFAS e le loro conseguenze sull’uomo e sull’ambiente

Con la sigla PFAS si fa riferimento, come anticipato, a dei composti chimici che hanno importanti capacità di migliorare l’impermeabilità all’acqua e ai grassi dei prodotti sui quali vengono utilizzati. Per questo motivo a partire dagli anni cinquanta il loro utilizzo è stato sempre più massivo a livello industriale per la produzione di carta, tessuti tecnici, insetticidi, tappeti, schiume antincendio, rivestimenti dei contenitori alimentari, vernici, detersivi e cere per pavimenti. Tra gli utilizzi probabilmente più noti c’è quello per il Teflon, ovvero il rivestimento antiaderente di padelle e pentole da cucina.

Se da una parte i PFAS hanno evidenti proprietà è ormai ampiamente noto come siano responsabili anche di conseguenze significative sull’inquinamento ambientale e sula salute dell’uomo. Questo si verifica soprattutto per le caratteristiche intrinseche delle sostanze perfluoroalchiliche. I PFAS, infatti, hanno caratteristiche di grande stabilità termica che li rende resistenti ai processi di degradazione naturale (idrolisi, fotolisi e degradazione biotica anaerobica e aerobica). Inoltre le sostanze perfluoroalchiliche hanno una tendenza ad accumularsi negli organismi motivo per cui questi composti sono stati riscontrati in elevate concentrazioni negli organismi viventi e negli ecosistemi. Tanto da diventare un problema importante da gestire prontamente e in maniera adeguata.

Per quel che riguarda la salute dell’uomo il principale problema è legato alla contaminazione dell’acqua, questi composti chimici a causa di sversamenti entrano nel suolo, quindi nelle coltivazioni e nella vegetazione e finiscono nella catena alimentare sia degli animali che, di conseguenza, degli uomini.

Sono stati condotti diversi studi che confermano come i PFAS hanno esiti avversi sulla salute dell’uomo, specialmente per quel che riguarda le interferenze con il sistema endocrino. Questo significa che i PFAS possono interferire sullo sviluppo, la fertilità, il comportamento e numerose altre funzioni cellulari essenziali per l’organismo umano. Le patologie più gravi riconducibili a un’elevata esposizione ai PFAS sono i tumori ai reni, le malattie della tiroide, il cancro ai testicoli, la colite, l’ipertensione in gravidanza, alcune patologie neonatali e la colite ulcerosa.

I sistemi di filtrazione

Alla luce di quanto detto si comprende l’importanza di sistemi di depurazione efficaci per il trattamento delle sostanze perfluoroalchiliche. A oggi la soluzione più efficace è quella che sfrutta le capacità di adsorbimento dei carboni attivi. I filtri a carboni attivi, infatti, specialmente quelli in formato granulare (GAC), assicurano una rimozione efficace, un impiego su vasta scala e richiedono una manutenzione minima. Nella scelta dei carboni attivi da utilizzare nei sistemi di filtrazione è necessario valutare la porosità del carbonio, la qualità dell’acqua, le caratteristiche dei PFSA da rimuovere e il tempo di contatto, durante il processo di adsorbimento, tra i PFAS e il carbone attivo.

Per questo per trovare la soluzione più adatta per il carbone attivo da utilizzare in un impianto di filtrazione industriale è quindi necessaria una valutazione personalizzata che tenga conto di tutte le condizioni e le caratteristiche.

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Categoria: Filtrazione

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