riduzione dei livelli di diossine grazie alle iniezioni di carbone attivo

La riduzione dei livelli di diossine grazie alle iniezioni di carbone attivo

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Nonostante il fenomeno della diffusione delle diossine sia complessivamente ridotto negli ultimi decenni (specialmente a partire dagli anni Settanta) resta una realtà su cui tenere alta la concentrazione. Anzi, i risultati ottenuti nella riduzione delle emissioni di queste sostanze tossiche la si deve proprio alla migliore capacità di gestione, possibile specialmente grazie alle potenzialità dei carboni attivi e del loro utilizzo.

Cosa sono le diossine e come vengono prodotte

A differenza di altre sostanze inquinanti e nocive per la salute dell’uomo, le diossine non sono presenti in natura, ma sono l’effetto di processi chimici indotti o più generalmente il prodotto della combustione. Si dividono in PCDD (dibenzodiossine) e PCDF (dibenzofurani) e tra le loro proprietà più importanti da sottolineare c’è la capacità di accumularsi, specialmente nel suolo e sulle foglie degli alberi, resistendo anche per diversi anni. Questo comporta una facile diffusione nella catena alimentare (potendosi legare con i grassi animali e poi quelli umani) con conseguenze sulla salute dell’uomo.

La produzione e diffusione delle diossine può verificarsi per fenomeni naturali (come le eruzioni vulcaniche) così come per quelli dolosi (gli incendi boschivi e i roghi di rifiuti). Il settore però maggiormente interessato è quello industriale specialmente quello dei fumi delle acciaierie, dei fumi di forni e stufe e dei processi di produzione industriale (in modo particolare in quelle siderurgiche, chimiche, metallurgiche, combustione di carbone, industrie del vetro e della ceramica).

Sono responsabili della produzione di diossine anche le centrali termoelettriche, le industrie per la produzione di acidi e diserbanti, i sistemi per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri e, con una particolare attenzione, i termovalorizzatori.

Le emissioni delle diossine non sono esclusivamente quelle nell’aria, ma anche quelle – sebbene meno note – nelle acque. La produzione di carta e lo smaltimento degli olii esausti sono i principali settori interessati, sebbene i livelli di pericolosità siano nettamente inferiori rispetto a quelli delle emissioni in aria e nel suolo.

I rischi per la salute

L’esposizione acuta alle diossine può causare effetti gravi sulla salute umana: malattie della pelle, difficoltà nel metabolismo del glucosio e alterazioni delle funzioni del fegato. Queste sono situazioni rare (sebbene rappresentino anche pagine della storia del nostro Paese), mentre quelle più comuni, dove l’esposizione è sì a quantità minori di diossine, ma è cronica (quindi prolungata). In questi casi gli effetti sulla salute vanno dai danni al sistema endocrino e a quello immunitario all’interferenza con l’equilibrio ormonale (specialmente degli ormoni tiroidei e steroidei) fino a incidere sullo sviluppo del feto durante la gravidanza.

Le iniezioni di carboni attivi

Oggi la maggior parte delle diossine presenti nell’ambiente sono quelle accumulate negli anni passati più che per l’effetto di nuove emissioni. Questo successo va ascritto all’utilizzo diffuso dei carboni attivi che, grazie alle loro capacità di adsorbimento, vengono iniettati direttamente nelle condotte di aspirazione presenti per legge all’interno dei siti industriali nei quali vi è la produzione di queste sostanze tossiche. L’utilizzo dei carboni attivi va calcolato in base ai tempi di contatto con le diossine in modo da assicurare un’efficace riduzione della concentrazione delle diossine stesse.

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Categoria: Depurazione

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